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revisionismi antifà. LA PAOLA BARDELLI HA SCOPERTO CHE UN TEMPO VICOFARO ERA “FASSISTA”: EMOZIONANTE!


Paolo Nesti, vuole “rimanere sul popolare”, ma la connessione politica è però inevitabile se si parla di Vicofaro, una parola che a Sarcofago City è meglio evitare di pronunciare perché evocativa di sciagure


Paola Bardelli, figlia del patron di TVL, riscontra con struggimento la "bellissima" iniziativa dei balilla pistoiesi nel 1941 e, anche i residenti di Vicofaro, sottoscrivono e ci avvisano della sua esternazione. La collega, opera in conflitto deontologico nelle interviste autopromozionali con il babbo Don Manone Re del "conflitto di interesse" pistoiese. Ma nessuno dice niente.


PISTOIA. Nella rubrica Ganzo di Tvl è stato presentato un servizio sulla fortezza Santa Barbara e sul cimelio della seconda guerra mondiale lì esposto, una mitragliatrice portata via dal sommergibile Scirè, affondato con i suoi 50 uomini ad Haifa nell’agosto del 1942. L’evento vede associata la presentazione di uno splendido modello di “maiale” (un siluro a lunga corsa), riprodotto in scala dall’esperto modellista Carlo Pellegrini che ha raggiunto un’eccellenza della capacità produttiva di modelli e riunita una spettacolare collezione di modelli di armi, navi e affini costruite nella lunga attività di anni e conosciuta in tutta Italia.

Il servizio televisivo si conclude con la presentazione davvero straordinaria di una lettera spedita dalla scuola elementare di Vicofaro (oggi la più antifà della Provincia, senza dubbio) nella quale i giovani balilla pistoiesi, salutavano i marinai imbarcati sullo Scirè formulando i loro auguri per iscritto: una "cosa bellissima" dice la Paola Bardelli.


Noi, siamo d’accordo e, anzi, rincariamo la struggente analisi dell’intervistatrice di Tvl e dunque diciamolo forte e chiaro che, ai tempi dello zio, non ci sarebbe certo stata la vicenda incredibile e penalmente rilevante della chiesa-locanda di Vicofaro; il podestà Avvocato Bozzi non avrebbe messo tempo in mezzo e avrebbe ripristinato la sicurezza negata nel quartiere. Corsi e ricorsi storiici.


La lettera deamicisiana spedita dai balilla della scuola di Vicofaro nel 1941 ai marinai dello Scirè. Una cosa "bellissima" dice la collega Paola Bardelli. E noi siamo d'accordo, dimostrandosi che "si stava meglio, quando si stava peggio" (ci dicono i residenti di Vicofaro esausti)


Anche Papa Pacelli (Pio XII), avrebbe spedito don Massimo Biancalani parroco di Vicofaro a predicare il Vangelo in Pakistan: una “cosa bellissima” davvero Paola (!), considerando appunto l’inerzia che si vede oggi assicurata dall’autorità giudiziaria pistoiese alla comunità dei cittadini residenti e anche “datori di lavoro” dei magistrati penali e con ricchi stipendi.

Oggi, leggendo la Storia e soppesandola, riaffiora uno storico documento: una letterina di forte sapore deamicisiano, che viene presentata non senza qualche tentennamento dallo storico Paolo Nesti, vista la provenienza dal più malfamato quartiere tutti i giorni sulle cronache locali, abbandonato all’anarchia generalizzata delle istituzioni (quelle care alla Gip Patrizia Martucci) e declassato nei rank degli immobiliaristi (le case valgono il 30% meno).


La collega Paola Bardelli non manca di commentare con entusiasmo per concludere con l’ovvio: “Se si incomincia a scavare, ... s’entra in pieghe della storia, meno note, ma poi si arriva alla storia delle persone che sono coinvolte” dice la figlia di don Manone. Appunto, i residenti, sono davvero coinvolti. È proprio così: s’arriva alla storia delle persone che sono coinvolte e che dopo 80 anni, si conosce come queste, davvero – loro malgrado – sono travolte in fatti di cronaca nera, pressoché costanti dal 2016.


Carlo Pellegrini (Citto per gli amici) ha realizzato una spettacolare collezione di mezzi e armi dello scorso secolo. Una risorsa per gli storici del periodo. Quì, mentre presenta il suo "maiale" nel giardino della Fortezza Santa Barbara


La Paola, ha dunque scoperto l’ovvio, cioè che scavare, ovvero “scrostare la vernice”, come diceva il grande Tiziano Terzani, è lo spirito del vero giornalismo, ma che non si vede applicato a Tvl la quale trasmise il servizio sul Pm-scout Curreli in un video con un inaccettabile didascalia: Coordinatore di Terra Aperta (vedete sotto). Come dire, in metafora, il diavolo in Paradiso.

Il cronista avrebbe dovuto chiedere: come può un sostituto procuratore della repubblica, titolare dell’obbligatoria azione penale (quasi sempre disattesa a Pistoia, perché interpretata a sentimento ovvero “a capocchia”), tenere banco con una attività in chiaro conflitto di interessi con quella di magistrato inquirente? Ma l’Italia è il paese degli anti-italiani…

La connessione è stata immediata, per chi apprezza la storia e i romanzi gialli, che così, dimostra di non essere o-Scurato: come non vedere che nella deregulation di oggi, c’è un vuoto pneumatico del controllo del territorio, riempito subitamente, da Biancalani e le sue “risorse umane” assai pervasive?



Condividiamo il pensiero dei residenti: con Papa Pacelli e il duce, Vicofaro non sarebbe diventato il "problema criminoso" che ci riferiscono, quali vittime di un sistema perverso che li vede perseguitati e inermi. Biancalani, sarebbe stato inviato in qualche missione, magari in Packistan a convertire gli islamici al Cristianesimo. Davvero il mondo all'incontrario narrato dal Vannacci, appunto un generale che "applica le regole" e non le interpreta a capocchia come i sostituti pistoiesi.


I cittadini residenti hanno sobbalzato alla presentazione della rubrica, davvero ganza per la dimostrata conflittualità esistente in seno al quartiere, ovvero causata dalla conduzione più illecita e illegittima di una chiesa, che travolge l’intera parrocchia.

Le "persone coinvolte”, ovvero residenti incapaci di difendersi, se ne facciano una ragione, visto che non sono capaci per un malinteso senso del diritto e un chiaro o-Scuramento cerebrale, di fare le dovute rimostranze e ciò, nelle forme di legge – a parere di chi scrive – certamente inesistente o violata a Pistoia.

Sempre per “rimanere nel popolare” – come dice Paolo Nesti – per indorare la pillola (ammantata inevitabilmente di politica) sarebbe interessante che Tvl provasse a dare voce alle “storie dei pistoiesi”, ovvero i residenti vicofarini e specificamente di quelli residenti nei pressi del centro di accoglienza che sono, oggi, profughi, minacciati e stalkerizzati a casa loro.

Don Manone, per esempio, potrebbe fare un bel Canto al Balì e invitare anche la prefetta Messina con la quale ha notoriamente molta «prossimità sociale», attestata dai più crocieristici abbracci, per fare narrare le storie quotidiane di malaffare che i vicofarini narrano a noi nelle loro dolorose – quanto inutili e inascoltate – conferenze stampa a finalità di tempo perso.


A sx, il sostituto procuratore della Repubblica lavora per la (in)Giustizia e alle 17, passa a fare il Coordinatore di Terraperta, è inoltre bardelliano e vicofariano dimostrato, nestiano (il mai comandante è un suo preferito tra le Parti offese e per lui, viola il 358 del c.p.p, con buona pace della Camera Penale) e anche conflittuale per il coniugio tenuto con la Giudice Nicoletta Curci, che lavora nel medesimo Tribunale. Dice il referente dell'Ordine dei Giornalisti Maurizio Gori, che va bene così. A noi, non ci pare possibile. A dx, Don Manone potrebbe fare uno speciale Canto al Balì dedicato alla disgraziata situazione dei residenti del quartiere di Vicofaro, oggi defascistizzato e derazzistizzato dal Don Biancalani. Provaci Luigi: avrai tanti ascolti.


Alcuni dei residenti hanno commentato rammaricati che, “se c’era ancora il Duce", non si ritroverebbero "barricati e stalkerizzati” com’è oggi, nell’èra democratica e legalitaria.

E come dargli torto pensando che con il podestà Leopoldo Bozzi, il fenomeno di Vicofaro, si sarebbe estinto ancor prima di svilupparsi? Come si dice: si stava meglio, quando si stava peggio e questo è un caso da manuale, esaltato dall’emergenza sul proscenio politico del generale Vannacci. Gli stalker a Pistoia sono evidenti e noti alla procura di Tom Col solo per le attività dei giornalisti che non sono allineati e coperti al pensiero massificato e non hanno «prossimità sociali».


Quelli come noi di Linea Libera, perseguitati a colpi di violazione dell’articolo 358 del c.p.p..

A.R.


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