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misericordes. AGLIANA CONVOCA L'ASSEMBLEA (RISERVATA AI SOCI BELLI)


Il ‘buon nome’ di una istituzione si tutela con la trasparenza e con la correttezza dei suoi vertici, ovvero con la partecipazione dei cittadini. La Confraternita di Agliana, ha scisso la cittadinanza in due a forza di querele, liti giudiziarie e maldestri pareri legali, dei quali nessuno, conosce il costo. L’assemblea è aperta solo ai soci “eletti e graditi” quelli più democratici degli altri, evidentemente. Dopo tre lustri, finalmente, arriva però un utile di esercizio.


A sx, Don Paolo Tofani, il parroco già correttore morale, non credeva nella "correzione" e abbandonò la Odv nelle mani dell'Artioli. Al centro Franco Benesperi, Presidente della resataurazione. A dx, il Sindaco Pedrito che, ci fece avere la clamorosa lettera di critica del "sistema", scritta da Riccardo Fantacci Dg della Arciconfraternita pistoiese nel gennaio 2013.


AGLIANA. Il prossimo 29 Maggio, la Misericordia di Agliana, convocherà l’assemblea dei soci eletti, quelli che sono “più uguali degli altri” che brillano della necessaria luce divina, indotta dal Santo Spirito e già stati prescelti dal tandem Artioli/Morosi, e quindi, che possono udire i lavori. “Udire”, ma meglio non “parlare”, formulando domande o chiarimenti, altrimenti cadono nell’ostracismo indiretto, assicurato a tutti quelli che, non essendo allineati, vengono poi discriminati ed emarginati usando anche sistemi trasversali.


Ad Agliana ce ne sono stati di numerosi: il validissimo fisioterapista Vincenzo Fabbri, l’ex governatore Attilio Barontini, pubblicamente sbeffeggiato il 26/1/2013 e poi riaccolto con abbracci fraterni (bastava che si riallineasse e lui, lo fece), il medico Ferdinando Santini, il bravissimo sanitario Fabio Pronti, il compianto Paolo Vagnozzi, la volontaria Gioietta Signori, la “mai volontaria”  Adele Esposito: questa ultima, venne discriminata dalla segreteria prima ancora di poter compilare la domanda a socio. Roba da Burkina Fasu, con rispetto per i burkinesi.



La lettera di convocazione dell'assemblea generale, ristretta ai soci eletti e unti dall'Artioli. La Misericordia un "circolo" privato come ci spiegò la consigliera Paola Cipriani nel 2013?


Sulla questione, nessuno ha mai spiegato o risposto: anche il collega Porciatti partì con la sua videocamera per capire: diceva che la Misericordia era “anche la sua”, ma rimbalzò nell’incontro di Renè Niccolai, il portavoce muto che non sapeva cosa dire. Era il 2016 e io aspettai Piervittorio fuori nel parcheggio, che rimbalzò come una pallina da tennis di Sinner.

La lettrice Adele Esposito ha poi scritto, dopo la sua denuncia audio registrata (ascoltabile nel link sopra), una bella lettera richiamante alti valori cristiani e propria di un genuino sentimento Misericordioso: rileggetèvela e riflettete. C’aveva e c’ha ragione: dopo lo sbeffeggiamento e l’indifferenza del correttore morale Don Tofani, ha fatto le sue indignate proteste come l’hanno fatta altri governatori come Angela Caprio di Roccasecca, che dopo aver deciso di uscire dal sodalizio indignata e sbattendo la porta, ha rilasciato molte interviste, ben pubblicate e disponibili o come quelle di Giuseppe De Stefano (già Governatore di Agerola) o di altri soggetti del resto d’Italia.


A sx, Piervittorio Porciatti: sentiva "sua" la Misericordia, ma non ottenne risposte alle domande. al Centro e destra, la lettera del Dg Riccardo Fantacci della Arciconfraternita, che denunciò il controllo delle famiglie Artioli e Morosi sulla associazione aglianese. Francone L'ha letta e compresa? Che ne pensa? Mantiene lo standard artioliano?


Ad Agliana, la Misericordia ha spaccato la cittadinanza in due con eclatanti abbandoni, visto figli aprire vertenze post mortem di congiunti come per il testamento della Marcella Maselli che fece un lascito di 50 mila euro opposto all’apertura del testamento dai figli, oggi sub iudice. C’è qualcosa che non torna nel sentiment popolare o siamo troppo maliziosi?

Comunque, c’è una buona notizia: quest’anno c’è un utile di bilancio che, finalmente, rovescia la serie di perdite che sono state consolidate da forse tre lustri nella Mise e che hanno dimezzato il patrimonio consolidato. Perdite indotte dal pesante finanziamento aperto per la costruzione della sede e la spesa sostenuta per la lite con i professionisti Mangoni/Turelli che potrebbe aggirarsi sul mezzo milione di euro (ma nessuno lo sa e, a parte noi, nessuno ha osato chiederlo, per le potenziali ritorsioni).


A sx la sede nuova della Misericordia di Agliana, a dx, il Dott. Ferdinando Santini, autorevole socio, subito discriminato: osò criticare la lite con i Mangoni e con i giornalisti, venendo poi ostracizzato dalla OdV.


A noi, che abbiamo conosciuto il “sistema” nel 2013  avviando l’inchiesta di Agliana per la lite Misericordia/Mangoni/Turelli/Ortu (quest’ultimo, coniuge del probiviro Caterina Lamboglia), e dunque, abbiamo incontrato anche il colonnello Corsinovi ai primi del Novembre dello stesso anno, ma rimbalzammo. La Misericordia di Agliana ha una sua autonomia, che impediva alla Confederazione di intervenire, ci spiegò Corsinovi: meglio non sapere e non intervenire scrisse il Trucchi. Ci sembra di ricordare il Presidentissimo Artioli, quando intervistato dai nostri avvocati sotto giuramento, spiegò che la Misericordia è della cittadinanza (quando chiede contributi), ma non sembra esserlo più, quando è convocata l’assemblea generale, diventando un "circolo privato" (Paola Cipriani dixit).


Se le Misericordie sono chiuse e “trasparenti come la notte” come possono sperare di sentire l'appartenenza e la partecipazione alla cittadinanza, scissa nelle critiche di “penose vicenda” (Artioli dixit il 25 Gennaio 2013) tra Governatori omologati o dissenzienti, Federazioni regionali come la Toscana (con 310 sodalizi, detentrice il 40% dei voti!) che sono uno Stato “nello Stato”, Probiviri sottomessi, Correttori che non correggono, Cardinali e portavoce che non rispondono ai giornalisti?


Anche la Misericordia di Agliana, può avere la sua resurrezione, cambiando le sue ridicole regole protezionistiche e dimostrando con i fatti di voler autenticamente aprirsi alla cittadinanza senza indugi o riserve, rovesciando la questione della “partecipazione controllata” che ha, per natura una chiara pretesa d'ingerenza privatistica nel sodalizio. Perché le assemblee sono “blindate” ed escluse alla partecipazione libera del pubblico e dei giornalisti? Quali pruderie sono nascoste dal gestione protezionistica adottata in questi ultimi venti anni e mantenuta dal nuovo Presidente Franco Benesperi che dimostra così di essere un artioliano di ferro?


Quanto ancora resta da dire o scrivere sull’incresciose vicende nazionali dei misericordes? Le Misericordie quali Odv (piace chiamarle così anche alla Hilary Signori, la Pavoncella, dimissionaria dal Consiglio Nazionale di Confederazione: o perché mai?) dovrebbero ispirarsi all’articolo 54 della Costituzione e dimostrare non solo apparire libere e indipendenti, ma anche esserlo sostanzialmente, perché popolari e davvero pubbliche dunque adottare una trasparenza diffusa e incondizionata.

Non siete d’accordo?


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